incisione formato 25x35 cm
ALBERTO MARTINI (1973)
Poema mitografico di Alberto Martini, 1974
Cartella contenente testo di presentazione di Valerio Pilon e 10 puntesecche originali di Alberto Martini, ciascuna recante firma per autentica di un erede dell'Artista, numerazione (Esemplari
15/10) a matita al fronte e timbro a secco de 'Il Torchio di Porta Romana - Milano'
cm 37x27
Tiratura postuma eseguita nel 1974 dal Torchio di Porta Romana - Milano
Alberto Giacomo Spiridione nasce a Oderzo (TV). Tra il 1890 e il 1895 sotto la guida del padre, Alberto inizia a dipingere e a disegnare continuando così la tradizione familiare.
Durante gli anni della formazione, Martini realizza innumerevoli disegni, rivelando subito una particolare predilezione per la grafica. Al di là di un mero esercizio dal vero, sono temi
attraverso i quali Alberto mostra di assimilare la cultura figurativa italiana ed europea tardoromantica, populista e umanitaria, volta a cogliere dubbi e perplessità d'intonazione simbolista sul
senso della vita, piuttosto che a definire un ambiente.
Nel 1897 espone alla II Biennale di Venezia 14 disegni per La corte dei miracoli che l'anno seguente verranno presentati a Monaco di Baviera e all'Esposizione Internazionale di Torino con
i disegni per Il Poema del lavoro.
Nel 1898 Martini soggiorna a Monaco e lavora come illustratore per le riviste Dekorative Kunst e Jugend.
Nel 1904 effettua un breve soggiorno a Parigi. Disegna i primi ex libris per Antonio Fogazzaro, V. Pica, G. Rovetta e Tom Antongini. Si dedica a un altro ciclo grafico dal titolo La
lotta per l'amore (disegni a penna e pennello in inchiostro di china).
Partecipa con successo a una rassegna a Londra.
Nel 1905 completa la serie La lotta per l'amore (in totale 86 disegni). Inizia le illustrazioni per La parabola dei celibi con cui partecipa alla VI Biennale di Venezia. Nel
mese di luglio inizia a eseguire le tavole illustrative per i racconti di Edgar Allan Poe, cui lavorerà sino al 1909 e oltre, inaugurando un periodo di grande intensità creativa nell'ambito della
grafica a spunto letterario.
Partecipa alla VII Biennale di Venezia esponendo, nella sala L'arte del sogno, due splendidi oli, intitolati Notturno e Nel sonno e alcuni disegni tra i quali La
bellezza della donna.
Presso l'editore londinese Heinemann viene pubblicato un volume di novelle di Perceval Landon, Raw Edges - Studies and Stories of These Days, contenente quattro illustrazioni di Martini.
In seguito alla morte del padre, avvenuta il 28 ottobre 1910, Martini si trasferisce con la madre a San Zeno, nella campagna di Treviso. A questo periodo risalgono le illustrazioni più significative eseguite per l'Amleto di Shakespeare, il ciclo grafico per le poesie di Paul Verlaine (55 disegni a penna colorati a pastelli) e una serie di puntesecche quali La sirena dormiente, Le figlie di Leda, La sirena e il mostro.
Allo scoppio del primo conflitto mondiale, esegue 54 litografie intitolate Danza macabra, tramite le quali rivela il suo sentimento antitedesco. Stampate in formato cartolina, vengono
distribuite tra gli alleati quale propaganda contro l'Impero austro-ungarico: a tale proposito, va ricordato che Charles Carry, addetto all'Ambasciata inglese di Roma gli invia i suoi complimenti
uniti alla richiesta di una serie completa per l'Ambasciatore inglese presso il Quirinale.
L'artista inizia anche una serie di litografie, terminate nel 1915, per il poema grafico Misteri, contenente sei illustrazioni (Amore, Morte, Infinito, Follia,
Sogno, Nascita). L'opera, preceduta da un commento di Emanuele di Castelbarco, verrà pubblicata dalla casa editrice "Bottega di Poesia" nel 1923.
Nel 1916, in maggio, alla Leicester Gallery di Londra, espone quattro serie della Danza macabra, Gli orrori della guerra, sei disegni per Poe e la litografia Avanti Italia.
Nel 1922 Partecipa alla XIII Biennale di Venezia con il disegno a penna Ritratto del marchese G.F.P., alcuni pastelli e 13 opere del ciclo Trentun fantasie bizzarre e crudeli.
Nel 1924 espone alla XIV Biennale di Venezia il pastello A Venezia, nel quale ritrae Maria Petringa, sua futura moglie, che sarà per Martini fonte di ispirazione per numerose opere, come testimonia la serie di ritratti a lei dedicati quali il pastello L'album di Daumier del 1924, presentato alla Biennale di Venezia del 1926.
Nel 1927 Martini esegue disegni e dipinti per illustrare il numero di novembre-dicembre della rivista "L'Eroica" . Decide di fondare, insieme ad altri, un comitato per le onorificenze a Vittorio Pica: aderiscono a tale iniziativa numerosi artisti italiani e stranieri.
Deluso e amareggiato dall'ostilità dei critici italiani, che verso la fine degli anni venti sembrano ignorare i suoi lavori, Martini si trasferisce a Parigi ove trova amicizie altolocate e numerosi estimatori della sua arte. A Parigi, Martini rimarrà sino al 1934 a eccezione di qualche breve soggiorno in Italia e un viaggio a Berlino nel 1932.
Nel periodo 1934-1940, a causa della precaria situazione finanziaria, Martini è costretto a rientrare a Milano. Qui, in occasione della triennale milanese, esegue il bozzetto per il trittico
Battaglia d'uomini e demoni; con quest'opera si impegna a esaltare le conquiste del regime. Nel periodo 1941-1952 illustra con una serie litografica a colori La vita della Vergine e
altre poesie di R.M. Rilke. Esegue inoltre un ciclo grafico per La vita di Cristo.
Nel 1947 esegue dodici puntesecche raccolte sotto il titolo Poema mitografico. In questi anni Martini continua a dedicarsi anche all'attività pittorica alternando a opere caratterizzate da
un mediocre naturalismo lavori resi con un realismo non privo di notevole efficacia espressiva.
L'8 novembre 1954 muore a Milano, all'Ospedale Fatebenefratelli.
Lascia un testamento spirituale, auspicando l'istituzione di un museo dove custodire le memorie e i documenti del surrealismo italiano che è stato. Ora c'è la Pinacoteca Civica Alberto Martini di Oderzo.